lunes, 26 de enero de 2015

Proposta Internazionalista su Strategia e Cambiamento Rivoluzionario

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Proposta Internazionalista su Strategia e Cambiamento Rivoluzionario


Ai ed alle militanti della Rivoluzione Socialista Mondiale
Chiarimento 
Riconosciamo che questo testo sia un po' lungo, però vogliamo essere il più possibile espliciti e concreti, specialmente data la non conoscenza reciproca tra noi che facciamo questa ' Proposta e coloro che la ricevono. Poniamo a vostra disposizione tutto ciò di cui avete bisogno di sapere, e vi invitiamo ad esprimere opinioni sulla stessa "Proposta". Da subito vi chiediamo di avere pazienza nella lettura del testo.
Argentina, 25 ottobre 2014


Questo scritto consta di tre parti e due allegati:

Introduzione
I) Quadro della situazione
II) Che fare difronte a questa situazione
III) PROPOSTA INTERNAZIONALISTA

a) A chi facciamo questa proposta.
b) Linee o temi sui quali tratterà lo riappropriazione ed elaborazione teorico·politica strategica nella prima tappa.
c) Spazi e meccanismi per la collaborazione, /'interscambio, la promozione, l'elaborazione e la divulgazione.
d) Forme di partecipazione.
e) Disposizioni e chiarimenti.
f) Passi immediati.

Allegato 1:
Bozza di condizioni e requisiti per lo pubblicazione di testi, saggi, articoli
Allegato 2:
Altro ancora sull'elaborazione teorico-politica attuale, e la necessità di promuoverla da altri punti e posizioni


Introduzione
Esistono nel mondo numerosi raggruppamenti ed organizzazioni di tutti i tipi e dimensioni, così come individui più o meno "isolati" che pretendono di opporsi all'attuale società, rivendicando la necessità di una rivoluzione per conseguire una società diversa da quella capitalista, che alcuni chiamano socialismo, altri comunismo, società senza classi, anarchia.
Le origini di questi gruppi sono varie. Alcuni vengono da rotture o scissioni di organizza2ioni o partiti, altri sorgono nel fuoco delle lotte economiche, sociali, studentesche, politiche o di resistenza ai capitale.
La presente "Proposta" non si rivolge a tutto questo spettro di gruppi e persone, né ha co me obiettivo di cercare l'unità, il raggruppamento ed il coordinamento di una parte di essi. Né progetta alcun tipo di accordo, per l'azione congiunta nelle diverse lotte o situazioni. Né fa alcun tipo di esortazione.
Nemmeno si tratta di comunicare la comparsa di un nuovo gruppo politico. che si sommerà allo sconcertante mosaico di nomi di un rompicapo che è impossibile ricomporre.
Questa "Proposta" neanche è promossa da una organizzazione o progetto di organizzazione.
E' il frutto di un interscambio diseguale tra alcune ji militanti della rivoluzione internazionale per sradicare e superare il capitalismo. Ed è il frutto di alcuni bilanci e conclusioni ai quali siamo giunti.

Nota: E' necessario chiarire che le bozze di questa proposta sono state discusse con compagni di Spagna e Italia, in particolare per lo Spagna i compagni di Inter-Rev, che fecero critiche, suggerimenti e proposte di modifiche, molte delle quali sono state incorporate nella proposta. /"'a redazione definitiva è sola responsabilità di coloro che stanno presentando lo proposta, dall'Argentina, e sicuramente queste/i compagne/i daranno il loro parere sulla redazione finale e sulla "Proposta" stessa.
Dunque, di che si tratta?


I) Quadro della situazione
Affermiamo che esistono nel mondo piccole minoranze. che nutrono l'anelito di cambiare la società attuale, di conseguire una società senza sfruttatori né sfruttate/L senza oppressori né oppresse/i, senza ingiustizie né discriminazioni di alcun tipo. E' un vecchio desiderio che hanno avuto molte generazioni che ci precedettero, e che vissero senza veder coronati i loro sforzi e le loro lotte.
E' qualcosa su cui non possiamo illuderci. Il capitalismo, al contrario di coloro che dalla prima metà de. secolo scorso ne pronosticavano la sua prossima fine, ha evidenziato la sua permanenza, la sua fona, compresa quella nel mezzo delle sue grandi crisi, dei conflitti armati, delle contraddizioni. Di più, se era certa la caratterizzazione che il capitalismo va verso il suo precipizio, tutto indica che se muore per le proprie contraddizioni, morirà uccidendo. Però è certo che nell'oppressione delle sue crisi, uccide senza morire. Non è difficile constatare che contro alcuni pronostici della prima decade del secolo scorso e di quelle che seguirono, la borghesia ha mantenuto il suo potere e lo ha esteso a tutto r mondo, conquistandolo con il suo modo di produzione, la sua economia che tutto trasforma in merce, le sue relazioni sociali, in definitiva ha incrementato lo sfruttamento capitalista, l'oppressione e le ingiustizie.
Lungi dal venir eliminate le grandi disuguaglianze, i gravi problemi sociali. la repressione e le guerre. gli abissi sociali tra coloro che più detengono e coloro che meno detengono. si sono ingranditi a livelli scandalosi. E non vogliamo immaginare dove sarebbe il mondo, gran parte dell'umanità, se non fossero esistite le lotte di resistenza, anche quelle che sono terminate in sconfitte.
D'altro canto, e confermando i poderosi meccanismi di difesa e riproduzione che possiede il capitale. i movimenti rivoluzionari vittoriosi, come la Rivoluzione d'Ottobre, non poterono concretizzare i lor sogni a causa degli attacchi a cui furono sottoposti da parte della borghesia internazionale, a causa della concreta debolezza della propria classe proletaria, della sconfitta di altri movimenti operai in paesi più sviluppati, ciò che implicò lo strangolamento per isolamento, e per politiche interne ai settori dirigenti di quei movimenti, che finirono per condurre quei processi rivoluzionari verso percorsi di sconfitta e verso il trionfo della controrivoluzione. Oggi non esiste alcun gruppo di paesi o singoli paesi che abbiano eliminato il capitalismo.
Tutto ciò significa che nulla ci sia da fare, e che il dominio del capitale sarà inevitabile ed Eterno?
Per nulla. Solo implica che non possiamo ignorare nelle nostre analisi, affermazioni, programmi e linee d'azione, che tutto ciò è successo e succede. Solo dobbiamo migliorare la mira.
Però tutto ciò non è sufficiente. Ci sono altri elementi da ponderare, dei quali per la brevità di questo testo ne segnaliamo solo quattro.

1) Risulta sintomatico ed in ogni caso preoccupante, l'assenza di rivoluzioni socialiste o la gran debolezza dei movimenti tendenti ad esse, nei paesi capitalisti più sviluppati; e che le rivoluzioni che riuscirono a sloggiare classi o settori dominanti, quantunque fossero parziali o transitorie, non sono state socialiste (salvo in Russia nel suo primo periodo) ma si sono sviluppate in paesi con minor sviluppo capitalistico, con compiti democratici di liberazione nazionale sospesa. E non quindi in democrazie consolidate, in stati imperialisti poderosi. Ciò pone un insieme di interrogativi, che necessariamente hanno un impatto su questioni strategiche e tattiche.

2) Mentre le politiche e le ideologie borghese incluse quelle estreme, crescono vertiginosamente, come è il caso del neoliberismo degli anni '80 e '90, che ha attraversato i principali partiti politici del mondo, inclusi i partiti socialisti, socialdemocratici, populisti, ecc., le politiche e le ideologie proletarie rivoluzionarie, anticapitalistiche, hanno vista diminuita la loro presenza ed influenza. se compariamo la loro situazione con quella di cento anni prima.

3) La classe dominante ha perfezionato la sua elaborazione e divulgazione ideologica, teorica, culturale e politica. I grandi mezzi di comunicazione egemonica si sono trasformati nell'intellettuale collettivo della classe dominante ed influenzano la politica, l'ideologia ed il senso comune come mai prima si è visto, essendo i mezzi di comunicazione i grandi costruttori del discorso veritiero e della imposizione e determinazione delle agende.

4) La caduta del muro di Berlino con la riunificazione delle due Germanie, lo smembramento dell'URSS e le avanzate del capitalismo nei paesi prima chiamati "Socialisti~ o del "Socialismo Reale" -in cui in realtà oltre all'esistenza di elementi di capitalismo di stato, esistevano altri rapporti capitalistici inclusi pre-capitalistici . hanno finito con l'instillare la falsa idea che il capitalismo sia eterno, e che le sue tremende crisi ed ingiustizie siano compagne di tutto il futuro, e possano risolversi ed attenuarsi solo con altri mezzi di gestione e amministrazione del capitalismo.
Tutte queste questioni sono note a questi gruppi. E di fronte ad esse nessuna delle organizzazioni s· interroga e converge sulla necessità -ed invece ce n'è urgenza· di affrontare le debolezze -teoriche. politiche (ed organizzative) -per fare un "balzo" avanti.

Tralasciando coloro che si imbarcano nell'attivismo e nel movimentismo, senza che importi loro degli obiettivi ed i reali limiti che comporta l'azione per l'azione medesima, molti rimarcano !'importanza della teoria e la necessità del suo sviluppo. a volte ripetendo quella frase di Lenin che dice che senza teoria rivoluzionaria non esiste movimento rivoluzionario (in ogni caso, per alcuni dei fim1atari di questa "Proposta" la frase suonerebbe meglio così "senza teoria rivoluzionaria non c'è movimento rivoluzionario vittorioso").
Inoltre, si esprime quella necessità della consegna di lavorare per mantenere e costruire controcorrente la continuità teorica, politica e programmatica del movimento comunista internazionalista ed internazionale. Alcuni insistono nella domanda di realizzare un buon bilancio delle esperienze rivoluzionarie de. passato, specialmente della Rivoluzione Russa e delle lezioni delle controrivoluzionari, così come dell'attuale debolezza del movimento comunista internazionale. O che occorre tornare alle fonti e depurare tutto dal revisionismo e dall'opportunismo.

Non pochi affermano che c'è un deficit nella caratterizzazione del capitalismo mondiale, delle sue tendenze, delle sue prospettive. Inclusi alcuni che affermano che l'Imperialismo -in quanto fase de capitalismo -già non esista più e che ora abbiamo un Impero, ciò che naturalmente è stato contestato da altri, sebbene non sempre colmando i vuoti teorici che le trasformazioni degli ultimi 50 anni in economia, in politica e nel dominio tecnologico e culturale hanno prodotto.

Per diversi motivi, esistono coloro che sono arrivati a mettere in discussione il proletariato in quante soggetto della rivoluzione. E controbattere con argomenti da manuale di divulgazione può servire a sbrigarsela, o convincere i propri militanti, però non liquida gli interrogativi ne supera le critiche. Il capitolo sulle Classi sociali che Marx scrisse, rimase interrotto alla prima pagina -Marx morì senza concludere la sua opera -. Ciò significa che non si avanzò sulla questione? Sicuramente si avanzò, pero questi avanzamenti sono praticamente ignorati o ancora mancanti.

Il marxismo è stato duramente contestato, "confutato" ed anche dato per morto. Però ogni cri : capitalista ripropone manifestamente la sua vitalità, attualità e la validità di testi come il Manifesto Comunista", "Il Capitale", "Lavoro salariato e capitale" e altri.
E quali sono stati gli sviluppi teorici che danno conto dei cambiamenti. e dei problemi sorti in questi ultimi cento anni? Quali punti meritano maggiore sforzo di analisi? Sono domande che richiedono risposte e la conseguente loro divulgazione.

Inoltre possiamo constatare, che a volte ci sono difese del marxìsmo che fanno più danni degli attacchi del nemico. La confusione è così grande, che per marxismo è incluso sì possa intendere una ideologia borghese, giustificativa dello stalinismo e di altre tendenze a favore del capitalismo di stato. fino ad una nuova sinistra borghese che intende "rinnovarsi" seppellendo le sue precedenti zoppicature. Solo in alcuni casi si intende per marxismo il comunismo scientifico, rivoluzionario, internazionalista E militante, e anche così ci sono diverse tendenze che sostengono di essere la sua unica espressione e 1r dicono senza vergognarsi, malgrado, alcune di esse, abbiano appoggiato una fazione borghese ne la guerra inter-imperialistica, ciò che le pone dal lato della controrivoluzione.
E come ultimo elemento, di questo breve e parziale quadro della situazione, una constatazione:
Né la classe operaia né i settori salariati o proletari, né coloro che il sistema tende a proletarizzare, o peggio ancora, ad emarginare, hanno bisogno dei gruppi e delle organizzazioni menzionati nel primo paragrafo, per lottare contro gli abusi del capitale, per resistere, per organizzare picchetti, scioperi marce. La lotta di classe si sviluppa spontaneamente dalle viscere della società. l/le Rivoluzionari/e non la generano. Possono tentare di dirigerla e lottare per riuscirei, possono contribuire a estenderla radicalizzarla e darle coesione e obiettivi ben definiti, darle astuzia ed intelligenza contro il nemico. Possono ostacolarla con i loro errori e cattivi schemi d'azione, le loro confusioni ed i adeguatezze programmatiche e di metodo, e i loro opportunismi tattici. O possono rimanere in un limbo, quando la situazione ha bisogno di loro, limitandosi a compiti che non sono essenziali o che sono secondari.
Però se i movimenti più massicci e potenti, le rivolte e le insurrezioni di an1pi settori dì lavoratori possono arrivare fino a far cadere un governo, non possono condurre avanti una rivoluzione socialista vittoriosa, né realizzare le basi per una nuova società. Senza un programma che dia conto delle sfide del mondo attuale, senza avanguardie politicizzate, organizzate ed armate della teoria e della politica rivoluzionaria, senza il partito rivoluzionario, internazionale ed internazionalista, il fallimento È assicurato, e non esisterà possibilità di sradicare il capitalismo.
Per alcuni la strategia è già risolta, dunque si rimettono alle sue grandi linee: che la classe operaia si costituisca in classe, che si distrugga la classe borghese, si adotti una politica di attrazione alla rivoluzione proletaria di settori di contadini poveri, di piccoli produttori e di salariati non proletari ed abbattuto il potere borghese, si instauri il potere proletario, e abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio, si instauri il socialismo. E aggiungono anche che la strategia della rivoluzione è mondiale, dunque il proletariato isolato in un solo paese) non può sviluppare il socialismo.
Però, in ogni caso, queste ed altre affermazioni generali, che sono valide, non bastano per risolvere tutti i temi strategici e tattici, bensì tanto bene indicano caratteristiche essenziali e generali quanto la via per applicarle. Definiscono da dove si parte per analizzare, sviluppare, elaborare, definire con maggior precisione e profondità la politica e le tattiche rivoluzionarie.
Ad aggravare il panorama, sui concetti di tattica e strategia, ci sono differenti concezioni, includendo anche alcune persone tra coloro che promuovono questa "Proposta", ci sono diverse sfumature su come definiamo la strategia e intendiamo la strategia.
E' frequente tra i militanti, non avere chiaro il rapporto proprio tra strategia e tattica fino a una confusione della prima con la seconda. Gli apporti validi che possono esistere su questi temi sono praticamente sconosciuti e richiedono il compito eli separare il grano dal 10gHo. Ed i materiali più conosciuti su strategia e tattica sogliono essere abbastanza schematici, inadeguati ed alcuni a nostro intendere, si prestano ad equivoci.
Quelli che credono che la strategia sia tattica, perdono rapidamente di vista gli obiettivi e ordinano secondo un ordine gerarchico le azioni, il movimento e generalmente finiscono nello sfociare in gruppo pro-sindacalismo, parlamentaristi, economicistici e spontaneisti. Inoltre abitualmente confondono il programma con un foglio di carta su cui pongono i compiti e gli obiettivi generali.
Quelli che credono che la tattica sia la strategia, generalmente finiscono nel massimo -e assoluto isolamento, nella politica del tutto o nulla, nel non percepire sfumature, e credere e trattare come fosse la stessa cosa una dittatura come quella di Pinochet così come un governo come quello di Salvador Allende. E' certo che in ambedue i casi il potere continua a detenerlo la borghesia, che s' continua a essere in un paese capitalista, benché alcuni credano che si stia andando verso il socialismo, ma che in tutti i casi, in questa forma, si potrà andare solo verso una forma di capitalismo di stato, e che ciò non cambia fondamentalmente i compiti rivoluzionari del proletariato. Però (la dittatura di Pinochet e il governo democratico di Allende, n.d.t.) non sono la stessa cosa, e nella forma ed in aspetti secondari (in generale rispondono entrambi anche a differenti settori della classe dominante). E nel no risolvere correttamente le tattiche, alcuni finiscono con l'isolarsi dai processi reali senza alcuna possibilità di incidere nella coscienza ed organizzazione della classe operaia e di altri settori suscettibili di essere influenzati dalla politica del proletariato, limitandosi a pratiche contestatarie. testimoniali, propagandistiche (benché a volte per la debolezza delle proprie forze non è possibile fare altra cosa). Ovviamente, considerare che siano settori distinti (della borghesia), non implica la proposizione di fronti comuni con questo o quel settore della borghesia, né cambiare il proprio programma. né fomentare aspettative per quei governi o nascondere che solo il proletariato, nella sua lotta di classe rivoluzionaria, potrà porre termine ai mali del capitalismo e al capitalismo stesso.
Certamente è tanto più dannoso il codismo, nei confronti di governi di tinta sinistrorsa o populista. Però nessuna delle due opzioni estreme fa avanzare le forze della rivoluzione.
Non analizzare queste questioni a fondo, rende incapaci inoltre di vedere le implicazioni strategico-tattiche, ciò che a posteriori implica deviare dal cammino da percorrere.
Come evitare di cadere in uno o nell'altro estremo? Qual'è in realtà la migliore condotta che dobbiamo tenere di fronte a ciò, come comportarsi nelle diverse lotte, nei diversi movimenti, nelle diverse situazioni? Per cosa? Bene, questo è uno dei temi sui quali c'è da elaborare di più, e da rivalutare il già elaborato, traendo profitto dalla ricchissima esperienza del movimento operaio e rivoluzionario.

II) Cosa fare di fronte a questa situazione?
Questa "Proposta" non intende dare indicazioni, raccomandazioni o fare rimproveri rispetto a dò che ciascun gruppo sta facendo. Già esiste troppa pedanteria e ciarlataneria per sommare altra, ciò c e non apporterebbe alcunché nell'attuale quadro della situazione.
Ciò che pretendiamo sottolineare qui è una debolezza del movimento reale -fra altre -e 'la necessità di destinare una parte dello sforzo nel lavorare ancora di più su essa.
Ci rivolgiamo a tutti coloro che condividono la necessità di aiutare a chiarire e rivalutare la teoria, i principi, il programma, la strategia e la tattica rivoluzionarie ed altri problemi strategici e fondamentali, siano costoro individui, collettivi in corso di formazione, gruppi con orientamenti.
Naturalmente con convergenza di criteri basici.
E' importante notare che alcuni gruppi e individui si pongono domande su cosa fare di fronte alle quali realizzano differenti proposte o affrontano progetti diversi tendenti a dar conto a e le carenze e necessità specifiche che precedentemente sono state puntualizzate. Questa proposta non intende squalificare questi sforzi né competere con essi.
In questa proposta noi andiamo a centrare qualcosa che è nelle nostre mani poter fare, ed anche che è nelle mani di vari gruppi e persone prima menzionati, poter fare, e che pensiamo possa contribuire in qualche modo a creare migliori condizioni, per lo sviluppo delle forze proletarie., anticapitalistiche, comuniste. E di questo passo, che possa essere anche un piccolo apporto per rompere in qualche modo \'isolamento a cui sono sottoposte le diverse avanguardie proletarie e le diverse persone sensibili ed impegnate che vogliano porre fine alla società basata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Tra i diversi problemi su cui dobbiamo lavorare per cambiare l'attuale rapporto di forze, sta la dispersa e in una certa misura povera riappropriazione, elaborazione e divulgazione teorica e politica strategica.
La "Proposta" è centrata su questo problema, la riappropriazione ed elaborazione teorica e politica strategica per fronteggiare le ideologie, teorie e politiche borghesi e piccolo-borghesi, così come la "Proposta" è centrata sul contributo alla continuità teorica e politica di posizioni comuniste rivoluzionarie che ci hanno preceduto.
Contribuire a migliorare la riappropriazione e produzione teorica e politica e di divulgazione sulle questioni strategiche
Mentre la borghesia dispone dei grandi mezzi di elaborazione, diffusione, divulgazione, impianto e consumo ideologico, teorico, politico e culturale, la causa dell'emancipazione proletaria quasi non può fare alcunché. Supposto che sia logico che ciò vada così, come dunque Marx ed Engels segnalarono con chiarezza nell'Ideologia tedesca", la classe che esercita il potere materiale dominante nella società. allo stesso tempo esercita il potere spirituale dominante. "La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi per lo produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso, sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale". (Karl MARX, Friedrich ENGELS: "L'Ideologia tedesca" -J. Feuerbach [3, pago 35]; Editori Riuniti, Roma 1958, II ediz. IV rist. aprile 1983, introd. di C. Luporini e trad. di F. Codino . . . d.t.)
Ciò non vuole dire che le forze proletarie, anticapitaliste e comuniste non dispongano di alcun mezzo o che assistano impotenti di fronte a questa realtà, solo che è necessario tenere in conto questa realtà
per potenziare le piccole forze, i piccoli mezzi di elaborazione, per produrre, divulgare, difendere ed estendere le proprie elaborazioni. Sapendo, d'altro canto, che è solo in certi momenti d'innalzamento della lotta di classe, di protagonismo delle grandi masse, nella pratica dell'affrontamento e della lotta, che queste potranno rompere con parte dei loro vincoli politici e ideologici e che con il semplice compito propagandistico ciò non accadrà. E supposto che esista un'avanguardia armata teoricamente e politicamente, che diriga e organizzi solidamente e coerentemente le forze contro i nemici di classe.
E' ovvio, però è necessario ribadirlo, che qui non si sta realizzando una proposta teorica o di teorizzazione, lontana dal mondo della lotta. Al contrario, questa "Proposta" è giustamente inchiavardata in una delle necessità della prassi. Ed implica raddoppiare gli sforzi, per assumere uno dei compiti che mettono allo scoperto queste lotte della nostra classe e dei suoi settori più atti'. :, compito che non si deve sottovalutare o posticipare. Neanche dobbiamo dimenticare che molte volte, gli sforzi si infrangono non tanto per le loro carenze teoriche, strategiche o tattiche, ma per . tremendamente sfavorevoli rapporti di forza e per lo stato della classe operaia e degli elementi che abbracciano il comunismo internazionalista.
Sappiamo bene che esistono coloro per i quali il movimento è tutto e gli obiettivi nulla. Ovviamente a costoro questa "Proposta" non interesserà, eccetto, forse per sminuirla. Neanche interesserà a coloro: quali ritengono che tutto è risolto e l'unica cosa mancante è che il proletariato lo ammetta e le veda come sue direzioni. Anche a costoro non interesserà questa "Proposta". Sarà importante la critica costruttiva che potranno fare a questa "Proposta" coloro che sono interessati alla sua pratica necessità di migliorare e approfondire la riappropriazione ed elaborazione teorico politica strategica ed in rapporto a questa "Proposta" si oppongano -o l'appoggino -con motivi validi, e argomentino ciò.

III) PROPOSTA INTERNAZIONALISTA
Avendo allora nel mirino le necessità
di rivalutare, difendere, chiarire e precisare la teoria, i principi, il programma, la strategia e la tattica rivoluzionari ed altri problemi strategici e fondamentali; di poter condurre un migliore e più schiacciante duello ideologico, teorico e politico contro a borghesia e la sua influenza nel seno della classe operaia e altri settori di diseredati;
di possedere materiali più attuali per la formazione di quadri e per contrastare l'influenza da parte della proliferazione di versioni del marxismo e di politiche auto dichiaratesi rivoluzionarie che sono mere versioni dozzinali e integrate nel sistema;
di contribuire a che gli sforzi di coloro che ci hanno preceduto sulle nostre posizioni non cadano nel dimenticatoio e siano conosciute ed utilizzate dalle nuove generazioni;
di aiutare a rompere l'isolamento e creare migliori condizioni per alimentare una buona discussione (polemica) e per i futuri processi di ricongiunzione delle minoranze classiste, comuniste di sinistra, ecc.;
ci proponiamo e vi proponiamo di fare un piccolo e modesto passo verso questo punto.

Perciò,
con l'obiettivo principale di promuovere, incentivare e divulgare la riappropriazione ed elaborazione teorico-politica sulle questioni strategiche della lotta per la società senza classi, ci proponiamo e vi proponiamo di creare uno spazio e strumenti che facilitino la collaborazione, l'interscambio, l'elaborazione, la promozione e la divulgazione organizzata degli sforzi che ciascun/a militante possa fare per questo aspetto della lotta ideologica politica.

In concreto detta "Proposta" la esponiamo in cinque parti:
a) A chi facciamo questa "Proposta".
b) Linee o temi sui quali tratterà la riappropriazione ed elaborazione teorico-politica strategica nella prima tappa.
c) Spazi e meccanismi per la collaborazione, l'interscambio, la promozione, l'elaborazione e 2: divulgazione.
d) Forme di partecipazione e di risposta alla "Proposta".
e) Disposizioni e chiarimenti.
f) Passi immediati.

A) A CHI FACCIAMO QUESTA PROPOSTA

Questa "Proposta" non è rivolta a chiunque o perché chiunque esponga qualsiasi cosa nei mezzi di pubblicazione della "Proposta.
Sin da subito diciamo che non è diretta a coloro che non vedono la necessità di una rivoluzione sociale.
o che considerano che prima di quella socialista venga una qualche tappa borghese o multi-classista. Tutti questi settori o persone hanno già a disposizione i mezzi della classe dominante che a lor possano servire. E se la classe dominante non prende in considerazione costoro, è un loro problema.
La "Proposta" parte da una base che ritiene rivoluzionario il movimento proletario, su questo non si torna indietro, come è il caso della convinzione della necessità della Rivoluzione Socialista senza previe tappe ne fasi democratiche o di liberazione nazionale, che lo stato attuale non serve per ii periodo di transizione dalla società capitalista alla nuova società, e che al contrario, sarà necessario un altro tipo di stato, che avrà come ultimo fine la propria scomparsa, in un mondo infine senza classi sociali e senza sfruttamento. Che il socialismo non è il capitalismo di stato che la controrivoluzione russa fece trionfare, Inoltre questa base di partenza coincide con la certezza che il parlamentarismo non è un mezzo per la conquista del potere ma bensì un dirottamento per altri cammini che intrappolano il proletariato. E di fronte alle rivendicazioni nazionali si deve alzare la bandiera dell'internazionalismo proletario. E questa base di partenza deve considerare la necessità di un partito rivoluzionario. Inoltre concorda che sia impossibile la costruzione del comunismo in un solo paese e che oggi in tutti i paesi del mondo, indipendentemente dal nome che si usa per le loro società, esiste il capitale e il sistema del lavoro salariato.
Nota Importante: Tra coloro che sono d'accordo con il condurre avanti la "Propostan si puntualizzeranno meglio le precedenti discriminanti o condizioni per partecipare.
Nonostante la necessità che rimanga chiaro che sono esclusi dalla "Proposta" coloro che divulgano la conciliazione tra classi o un modo diverso di gestire lo stato borghese e il capitalismo, o difendano la via riformista e non rivoluzionaria, consideriamo sia un errore porre una lista esageratamente lunga di condizioni così che solo una molto ristretta minoranza possa rientrare nella stessa "Proposta".
Sicuramente si possono stabilire altre liste demarcative più limitative. Però il criterio che abbiamo € che, escludendo coloro che rientrano in queste discriminanti, non si censurino idee che non si adattano alle opinioni di ciascun gruppo -o di coloro che promuoveranno questa "Proposta" -dunque si tratta di aiutare l'elaborazione autentica, argomentata e sviluppata, il che, non dubitiamo, stimolerà il dibattito, l'analisi, l'ampiezza dei nostri obiettivi, e il rafforzamento delle posizioni, sia inglobando altrO punti di vista, sia rafforzando e sviluppando quelli propri precedenti.
Va chiarito che per alcuni gruppi, altri gruppi specialmente se sono una qualche frazione/scissione (} ex compagni con una rottura molto dolorosa, sono praticamente il peggior nemico e non debbono essere inclusi in questa "Proposta". O talvolta sono d'accordo nel partecipare a condizione dell'esclusione dell'altro. Cercheremo di evitare queste questioni e ci atterremo ai criteri che abbiamo definito. Tenendo di più in conto che ci sono molte forme distinte di partecipazione a questa "Proposta" e che inoltre la stessa partecipazione alla "Proposta" non implica né firme comuni né un riconoscimento dell'altro né necessariamente lavorare congiuntamente ad altri.
Inoltre sono necessarie altre condizioni per la pubblicazione di un testo, più che mai formali, ma che comunque hanno anche il loro aspetto politico. Dette condizioni saranno molto ben orientate per evitare testi poco fondamentali, aggressivi o di polemica tra gruppi che già abbiano sufficiente spazio nella stampa dei rispettivi gruppi. Alcuni di questi punti vengono posti in un allegato alla fine di queste documento, ma in realtà dovranno essere precisati tra coloro che condurranno avanti la “Proposta".
Per risolvere in maniera trasparente e senza manipolazioni questo assunto, tra coloro che infine saranno d'accordo con questa "Proposta" si stabiliranno norme chiare di pubblicazione perché ciascuno sappia a cosa attenersi e che non ci sia posto ad arbitrarietà o macchinazioni indesiderate.

B) LINEE e/o TEMI sui quali tratterà la riappropriazione ed elaborazione teorico-politica strategica in una prima tappa  (la scelta della quantità di linee e loro determinazioni non è tassativa, è allo stato di bozza, .a esponiamo molto brevemente, senza ordine di importanza e sarà soggetto da precisare tra coloro che parteciperanno alla "Proposta")

Uno)
Lo stato attuale del capitalismo e le sue tendenze economiche, sociali e politiche. Le sue crisi (storiche, n.d.t.) e quelle attuali. Le similitudini e le differenze che esistono ora rispetto all'epoca di ~1arx.. La lotta contro l'economia politica borghese e le sue "spiegazioni". Raggiunge ancora il suo scopo l'opuscolo "L'imperialismo fase suprema del capitalismo" di Lenin, più i lavori di Bucharin, Rosa Luxemburg e di altri rispetto al capitalismo monopolista, ecc., o dobbiamo considerare nuovi fenome.l·, tappe o fas~ distinte? Come opera ciò in politica? E nella stessa classe operaia? Che insegnamento possiamo ricavare dalle lezioni dell'esperienza della lotta di classe? Saranno alcune delle molte domande e sotto
temi da considerare.

Due)
Le caratteristiche della Rivoluzione, specialmente in ciò che riguarda il periodo di transizione e i suoi compiti. Non si pretende di inventare qui qualche ideale, o fare buone affermazioni che però rifuggono dai problemi reali con i quali si scontrerà il movimento rivoluzionario vittorioso, bensì partire dalla base delle esperienze dei processi rivoluzionari, e pensando alla problematica in base ai paesi e alla realtà, che esiste oggi. Dunque in definitiva è probabile che la cosa più facile sia "conquistare" il potere, però, e in seguito?, che si fa con questo potere e fino all’instaurazione di quello nuovo, se quello precedente viene smantellato? E una risposta passatista, generica, volontaristica e idealistica non è sufficiente e sarà tragico che ciò lo si scopra quando si deterrà il potere. Lo Stato di Transizione. La Democrazia. Il Programma. Lo Stato. La Classe e il Partito (o i partiti). Le Forme di organizzazione del potere proletario. L'Economia o la Neo-economia. Bilancio delle esperienze.
Nell'immaginario della gente, quell'immaginario creato dalla ideologia dominante, sommati alcuni tragici avvenimenti nei processi rivoluzionari, aggiunta la stessa caduta dell'URSS ed i processi di avanzamento capitalistici nei paesi prima auto-consideratisi socialisti, comporta che si debba rimontare un pendio ripido. E non serve guardare da un'altra parte o la semplice denuncia.

Tre)
Il soggetto della rivoluzione. La situazione reale della classe operaia oggi - nella sua composizione sociale, il suo peso relativo, etc. -. La presenza di altri tipi di movimenti rivendicativi tradizionali, che toccano ingiustizie e situazioni di oppressioni. Cosa si deve considerare oggi come classe proletaria, osservata nell'aspetto sociale e in quello politico. Cosa impostare e ritenere fondamentale di fronte alle affermazioni che la classe operaia dei paesi capitalisti più grandi tende a scomparire e a imborghesirsi. Che posizione prendere di fronte ai fenomeni di settori operai i cui interessi corporativi vanno contro la stessa massa dei lavoratori? Sono alcuni dei molti soggetti rispetto ai quali sicuramente esiste molta elaborazione e altrettanta se ne deve produrre.

Quattro)
Il ruolo della Giustizia e del potere giudiziario come  ultimo baluardo del potere borghese. Gli apparati di elaborazione e diffusione ideologica, politica e culturale, non sono solo dello stato ma della classe dominante nel suo insieme, a livello nazionale e internazionale. Le forme e i dispositivi nei quali viene costruito il senso comune, il suo discorso di verità e la sua agenda. Come contrastare ciò almeno nei settori di avanguardia. Come rafforzare le avanguardie, l'elaborazione e divulgazione delle loro teorie e politiche e come contrastare quelle della classe dominante.

Cinque)
La Classe e il Partito. La Teoria e la Rivoluzione. Lo spontaneismo, la coscienza, l'organizzazione, il ruolo delle avanguardie. La valorizzazione e la difesa del marxismo. La Teoria e la Pratica. Le teorie sulla coscienza di classe che proliferarono nel movimento proletario.

Sei)
La problematica della strategia e della tattica. Il suo rapporto con il Programma e i principi. Le diverse concezioni e le loro implicazioni nella pratica. Le relazioni tra l’aspetto strategico e quello tattico. Inoltre è necessario identificare e studiare le diverse strategie e tattiche che utilizza la classe borghese per difendere ed estendere il suo sistema, e nella sua lotta contro gli/le sfruttati/e e oppressi/e del mondo. La propria politica e le proprie tattiche che i militanti della rivoluzione devono acquisire rispetto a quelle borghesi e agire di conseguenza. Valorizzare e sintetizzare le distinte discussioni che sono esistite al riguardo.

Tutti i punti sono mischiati

Ovviamente molti di questi temi, persino tutti, si mischiano, si influenzano e la suddivisione che facciamo è artificiale: il principale proposito è fare una somma della problematica che proponiamo e che il progetto dovrà abbordare in questa prima tappa.
Questa lista è alquanto da migliorare. Di fatto ci sono questioni chiave che non sono state poste che vanno incluse, come la questione sindacale, quella ecologica, quella femminile, la controcultura, la guerra sotto il capitalismo, le economie di auto-sussistenza o esterne ai grandi mercati, la Democrazia, lo Stato, il parlamentarismo, i rimasugli della questione nazionale e contadina.
In realtà non esistono soggetti esclusi.
Ciò che qui vogliamo sottolineare è la necessità di fare uno sforzo per crescere dall'immediato e pensare in prospettiva, nel medio e lungo periodo, ai problemi centrali che devono orientare il movimento anticapitalista, classista e rivoluzionario. Noi supponiamo di avere un vantaggio: non partiamo da zero. Facciamo affidamento su una estesa e ricchissima tradizione teorico-politica e ad essa ci nutriamo, così come dalle esperienze che viviamo e che stiamo vivendo nella lotta quotidiana. Non teniamo conto degli svantaggi: li conosciamo e li sopportiamo.
Come ci proponiamo e vi proponiamo di incentivare la riappropriazione ed elaborazione teorica strategica su questi temi? Con quali meccanismi? Chi stiamo invitando a partecipare?

C) SPAZI E MECCANISMI PER LA COLLABORAZIONE, L'INTERSCAMBIO, LA PROMOZIONE, L'ELABORAZIONE E LA DIVULGAZIONE

Spazi
Dato il carattere internazionale della "Proposta" (internazionalista per il suo contenuto, internazionale per la sua forma), l'elaborato si pubblicherà in forma di rivista, libro, bollettino od opuscolo (a seconda dell'elaborato), utilizzando tutti i formati e supporti disponibili. (E' importante segnalare che non si pensa a ciò nella maniera di una società editrice ne si pretende sia un mero compito editoriale).
Il mezzo di pubblicazione centrale sarà la rivista della "Proposta".
La periodicità della rivista dipenderà dagli elaborati, benché si definirà una periodicità minima o altra ideale tra i partecipanti della squadra che si formerà. Di preferenza sarà pubblicata su supporto cartaceo. Naturalmente si pubblicherà anche in formato digitale, includendo in questo anche la forma dell'audio-libro o degli altri formati che la tecnologia consente.
(Nota: noi che avanziamo la proposta garantiamo, rispetto ai materiali ricevuti,  l'impaginazione grafica, la formattazione e le uscite digitali, in formati diversi, includendo l'audio-libro, la versione digitale impaginata come se fosse un libro, la pubblicazione sul web e la spedizione a coloro che si abboneranno e ad altri contatti. Con le nostre sole forze possiamo impostare  l'edizione  cartacea  in spagnolo e per l'Argentina. In altri paesi e in altri idiomi dipenderà da coloro che parteciperanno alla rivista e le possibilità che potremo costruire).

Per quanto riguarda gli spazi per l'interscambio, il dibattito, l'elaborazione collaborativa, etc., questi verranno definiti tra coloro che decideranno di partecipare alla proposta. - Gli spazi fisici reali e le possibilità di incontro si definiranno sulla rapidità e le possibilità reali date le distanze -.

Meccanismi per la collaborazione, l'interscambio e l'elaborazione

Come sarà l'elaborazione dei diversi materiali? Con quali meccanismi?
Come diciamo nel punto A), oltre una chiara linea di esclusione con coloro che sono la sinistra del sistema, rispetto ad altri gruppi la linea di demarcazione non sarà precisa o esisteranno molteplici linee.
Però supponendo qui che più o meno questa linea di divisione venga risolta, per quanto concerne coloro la cui partecipazione alla proposta sia valida, si incontreranno altre difficoltà:
sebbene l'ideale sarebbe che tutti coloro che chiedono di partecipare all'elaborazione di ciascuno dei temi, facciano incontri, dibattiti, etc., per arrivare a una qualche elaborazione congiunta, ciò oggi è impossibile, salvo che ci sia un piccolo gruppo di persone preferibilmente della stessa organizzazione. Però per questo scopo non serve questa "Proposta" (benché la "Proposta" possa servire per la divulgazione e l'arricchimento).
L'esistenza di "grandi" barriere e frontiere tra distinti gruppi prossimi tra loro, impedisce oggi questa elaborazione congiunta fino ad includere una discussione seria su questi temi. La storia di scontri e litigi lo dimostra.
I motivi di questa attuale impossibilità sono molti. Alcuni, sicuramente risolvibili o di secondo piano in altro momento, hanno più a vedere con il settarismo, precedenti scontri, molto individualismo, cattive scelte di priorità ed ovviamente il peso della controrivoluzione ed il logorio dell'andare controcorrente. Però esistono anche differenze realmente importanti su alcuni o su molti temi che ostacoleranno questa elaborazione congiunta.
Per tutto ciò la "Proposta" deve partire dalla realtà con la quale ci confrontiamo: molti gruppi o persone che sarebbero d'accordo su alcune questioni basiche, oggi non possono discutere insieme e men che meno lavorare insieme. E pretendere di risolvere per prima cosa ciò darà luogo ad interminabili discussioni senza alcuna prospettiva.
Però una verità che non si può ignorare, è anche quella che se ci rapportiamo solo con coloro che sono assolutamente d'accordo con noi, zoppicheremo sulla medesima essenza della lotta politica e ideologica e non potremo mai cambiare l'attuale rapporto di forze tra i militanti della rivoluzione ed i diversi raggruppamenti che difendono il sistema capitalista.
Riteniamo che si debba partire dal punto che alcuni che saranno interessati a contribuire all'elaborazione su certi temi, avranno punti di vista diversi da altri.
Dunque la soluzione è - ovviamente partendo da una base comune che lasci fuori la sinistra del capitale - favorire l'elaborazione di differenti sviluppi, ciascuno nella propria messa a fuoco, e integrare il tutto in un medesimo fascicolo della rivista, in un medesimo volume del libro. Per esempio come in tempi passati una casa editrice, "Passato e Presente", univa testi di autori diversi come per esempio: "Sul Partito" tomo 1°, tomo 2°, etc..

Siccome in realtà la maggior parte degli scritti che si elaboreranno o si invieranno per la pubblicazione, saranno contributi di ben più persone, soprattutto quando queste persone appartengano a tale o tal'altro raggruppamento, sarà molto più trasparente e sensato valorizzare gli scritti, piuttosto che le persone od i gruppi, per cui se gli scritti rispetteranno le discriminanti e le condizioni poste, verranno pubblicati, e quelli che non le rispetteranno verranno cestinati.
E così in ciascun caso: ogni persona o gruppo, conoscerà chi è disposto a lavorare congiuntamente e con chi, per elaborare un testo comune, e ciò non sarà determinato dalla "Proposta",  poiché secondo la "Proposta" non è necessario che tutti i partecipanti siano d'accordo su tutto e partecipino a tutto.
In questo modo ogni partecipante avrà la possibilità di partecipare in diversi modi ed in differenti spazi di questa "Proposta".

D) FORME DI PARTECIPAZIONE
Tralasciando la prima tappa di questa "Proposta" (che vedremo nel punto E), dove saranno definite le basi per la discussione e ridefinizione della "Proposta", sussisteranno molti modi di collaborare e partecipare.
Li esaminiamo dal meno al più importante, e ciascuno dovrà chiarire quale o quali gli interessano:

1) Ricevere la rivista e altre pubblicazioni che verranno prodotte dalla "Proposta".
2) Diffondere la "Proposta" e le sue elaborazioni.
3) Contribuire a proporre soggetti da trattare.
4) Realizzare commenti sui testi pubblicati.
5) Partecipare ai forum che verranno attivati per il dibattito, prima o dopo ogni elaborazione su ciascun soggetto.
6) Contribuire alla correzione - ortografica, stilistica, etc. - delle bozze che si invieranno alla "Proposta".
7) Inviare articoli o saggi su ciascuna delle linee o soggetti definiti.
8) Partecipare a ciascuno dei diversi gruppi che si formeranno per l'elaborazione di un articolo o saggio sul soggetto x.
9) Partecipare al gruppo che coordina l'elaborazione e compilazione del soggetto x.
10) Far parte della squadra di composizione/pubblicazione di ciascun materiale (rivista, etc.) sia facendo parte delle squadre che centralizzeranno questi compiti o sia collaborando alle stesse.
11) Far parte della squadra generale che condurrà avanti il progetto globale della "Proposta" e prenderà decisioni generali sugli aspetti quali requisiti formali degli articoli, date, e deciderà sulle questioni che si presenteranno, etc.
(Potranno definirsi più forme di partecipazione)

E) DISPOSIZIONI E CHIARIMENTI
Probabilmente la maggior difficoltà che incontreremo nel progetto, sarà come segnalare che si faccia una vera elaborazione strategica e che sia pensata per la discussione polemica contro l'influenza dell'ideologia borghese e piccolo-borghese nei settori più sensibili della classe operaia, della gioventù e di coloro che resistono all'arbitrarietà del capitale. Abbiamo la tendenza a dedicarci formalmente più che mai al congiunturale, ai problemi tattici, al testo breve o alla presa di posizione immediata di fronte a fatti precisi. Qui dobbiamo partire dalla base che queste necessità immediate e perfino urgenti  ciascun gruppo generalmente le risolverà con la propria stampa, web o forum.

E' importante tener conto che con questa "Proposta" non si pretende di sottovalutare l'attività militante concreta, quotidiana, che ciascuno sviluppa nel suo ambito lavorativo, studentesco, sociale. In ogni caso si ricorda che la prospettiva strategica aiuta moltissimo questo lavoro quotidiano, la partecipazione a movimenti, azioni "di massa" e altro. Quindi avendo una visione strategica più precisa si possono integrare le azioni tattiche in essa e darle senso.

Questa "Proposta" neppure pretende di sostituirsi a o rimpiazzare o sottovalutare altre proposte per realizzare dibattiti, interscambio di idee, elaborazioni di gruppi diversi. In ogni caso questa "Proposta" può ampliare la loro influenza e i loro obiettivi, aprendo uno spazio per divulgare maggiormente i loro svolgimenti e perfino può essere un motivo di maggior stimolo e per accelerarne il processo.

Se è necessario segnalare che qui non si propongono raggruppamenti, etc., etc., potrebbe intendersi che sottovalutiamo questa necessità. Anche se lo vediamo come necessario, però, come abbiamo detto all'inizio, non nei nostri mezzi realizzarlo.

Inoltre si può pensare che promuovendo la "Proposta" fuori da una cornice organizzativa, sottovalutiamo la necessità della costruzione delle organizzazioni di avanguardia e del partito. O che stiamo proponendo gruppi di studio o poniamo come priorità il lavoro individuale. Per nulla. Questa "Proposta" non solo non pretende di sostituirsi alle organizzazioni ed alle loro attività, bensì al contrario, pretende di contribuire - certamente molto modestamente - a ciascuna organizzazione che partecipi alla "Proposta", e allo sviluppo del movimento comunista internazionalista, senza animo di competizione con alcuno ne si presenta come un gruppo in alternativa ad altri. Si propone piuttosto nuovamente come uno strumento per il lavoro che ciascuno sta svolgendo.

Facendo un esempio (con i limiti che comporta qualsiasi esempio): come l'elettricità, la "Proposta" non pretende di essere una centrale elettrica o una fabbrica che produce energia, dove qualcosa può essere prodotto, bensì una piccola parte della rete generale di distribuzione elettrica, che semplicemente può essere di stimolo ed aiuto a coloro che elaborano, cosicché possano incontrare altri canali di divulgazione e raggiungere altre persone. E non qualsiasi persona, poiché questa non è una proposta per creare una libreria o una casa editrice, bensì è rivolta alle persone che stanno lottando o si stanno avvicinando alle lotte.
Rispetto ai pregiudizi delle organizzazioni, è importante segnalare che questa "Proposta" non implica per coloro che vi partecipano, unità, alleanze e nemmeno accordi di azione fra queste organizzazioni, e meno che mai avallare o accettare tutti i materiali che saranno elaborati.

Aggiungiamo che la rivista della "Proposta", così come le altre pubblicazioni, non apparterranno ad  alcuna organizzazione ne saranno firmate da alcun gruppo, neppure che i gruppi potranno rivendicarla come propria, ne alcun gruppo ne sarà suo proprietario. Dunque la "Proposta" "sarà" nella sua interezza di coloro che la porteranno avanti e neppure di noi che stiamo promuovendo la "Proposta". ("Sarà" fra virgolette, dunque più appropriatamente, vorrebbe dire che la "Proposta" appartiene alla nostra classe, anche se oggi questa frase non cessa di avere una gran dose di volontarismo).

Gli articoli potranno essere firmati come lo reputeranno più appropriato/conveniente i loro autori (pseudonimo, nome reale, nome reale + appartenenza ad una organizzazione, organizzazione, etc.).
Per le organizzazioni e/o le persone "isolate" la loro partecipazione come minimo implica avere un altro spazio, non militante, dove pubblicare alcuni materiali propri (cosa che di fatto potrà farsi senza il loro permesso, poiché nessuno dei gruppi a cui ci rivolgiamo in realtà è d'accordo con la proprietà privata e con i diritti d'autore che ostacolano la pubblicazione delle loro idee o esigono di incassare per ciò, tuttavia pubblicare senza il loro assenso non sarà la stessa cosa).

Chiariamo che proponiamo uno spazio non partitico ma si partitista, ciò sia detto, che prende partito per la rivoluzione socialista/proletaria. Quello che intendiamo segnalare è che la rivista, etc., non sarà di una organizzazione ne di una lista di esse. E neanche pretendiamo di trasformare la pubblicazione in un gruppo o in un punto di riferimento, come suole accadere a volte.

Se il minimo di partecipazione sarà pubblicare qualche cosa nella "Proposta", il massimo sarà partecipare alla creazione, promozione, coordinamento, orientamento e rafforzamento di uno spazio (stampato/digitale) dove si porranno in considerazione elaborazioni su temi strategici (ossia partecipare alla squadra generale del progetto).
Riguardo alla rivista, supponiamo che in molti casi sarà monotematica, cioè in uno stesso fascicolo uno o più articoli e saggi (di uno o più autori) su ciascuno dei temi elencati. in altri casi abbraccerà più di un soggetto.
La squadra generale darà la precedenza ad alcuni dei temi, per ottenere un primo volume su di essi. L'idea è che la rivista tenda ad avere una cadenza trimestrale o quadrimestrale (si definirà ciò secondo la forma e le possibili elaborazioni), però a mano a mano che si andranno completando i fascicoli, si andranno pubblicando i soggetti così come verranno e nell'ordine che si determinerà e col minimo di pagine che verrà fissato.
Con le forze di cui disponiamo noi oggi che avanziamo questa "Proposta", possiamo pensare a una pubblicazione di soli due numeri annui e sicuramente di contenuto di bassa qualità, se comparata a quanto può risultare se altre persone o gruppi sosterranno la "Proposta".

F) PASSI IMMEDIATI
Concepiamo la realizzazione di questa "Proposta" in due tappe. Una tappa di formalizzazione e una tappa di posta in funzione.
La tappa di formalizzazione ha come obiettivo di prendere in considerazione le critiche e i suggerimenti che persone diverse e gruppi realizzeranno sulla definizione e caratteristiche di questa "Proposta". L'obiettivo della tappa sarà migliorare, correggere, ampliare, rielaborare la stessa "Proposta" e definire meglio i diversi aspetti della stessa. Riassumendo inoltre, questo scritto troppo lungo.
La seconda tappa, di posta in funzione della "Proposta", proponiamo di iniziarla entro tre mesi da ora che avanziamo questa "Proposta", e con coloro che quindi sin da ora in avanti vorranno partecipare ad essa, e incorporando a mano a mano altri che vogliano partecipare e nelle attività a cui chiederanno di partecipare e di cui avremo bisogno. Il periodo potrà essere prorogato se il passaggio alla tappa di formalizzazione lo richiederà.
Rispetto alla prima tappa, coloro che riterranno valida in tutto o in parte la "Proposta", o vorranno esprimere opinioni su di essa, dovranno scrivere le loro osservazioni, appunti, critiche, etc., a:
  propuestainternacionalista@gmail.com
Le vostre lettere, a meno che dicano il contrario, saranno pubblicate nel sito web dove verranno centralizzati e pubblicati i materiali di questa "Proposta". Il suddetto sito web avrà collegamenti e rimandi ai siti web di coloro che risponderanno. L'indirizzo web è il seguente:
www.propuestainternacionalista.blogspot.com
Successivamente, con la decisione di coloro che parteciperanno alla "Proposta", si apriranno forum e altri meccanismi e risorse per il lavoro, la discussione e la diffusione.
Ringraziando per la vostra attenzione, vi inviamo un cordiale e fraterno abbraccio

Squadra iniziatrice della "Proposta" Internazionale e
Internazionalista "Strategia e Cambiamento Rivoluzionario"
Argentina, 25 ottobre 2014

AVVISO IMPORTANTE: Deplorevolmente, per ora possiamo solo leggere e rispondere pienamente in spagnolo, leggere in italiano, e leggere malamente in francese e inglese. Probabilmente se si aggiungeranno compagne/i di altri luoghi, potremo affrontare altre lingue. E la pubblicazione che abbiamo impostato nella "Proposta" per ora possiamo garantirla solo in spagnolo.

Allegato 1:
Bozza di condizioni e requisiti per la pubblicazione di testi, saggi, articoli

1) Attenersi alla tematica impostata e facendo lo sforzo di vedere fino alla prospettiva strategica, vuol dire non la visione informativa/giornalistica o di presa di posizione su di un avvenimento congiunturale (salvo che sia un'analisi che affronta la prospettiva a lungo termine e contenga in se la tattica).
2) Qualsiasi impostazione realizzata deve appoggiarsi il massimo possibile su fatti, teorie e fonti verificabili.
3) Non si includeranno difese di posizioni estranee ai punti di accordo minimi della "Proposta", ne apologie di politiche controrivoluzionarie e degli stati dove domina il capitale e lo sfruttamento del lavoro salariato.
4) Si elaboreranno alcune norme formali per la presentazione degli scritti.

Allegato 2:
Altro ancora sull’elaborazione teorico-politica e la necessità di promuoverla da altri punti e posizioni

Da dove è passata nelle ultime decadi l’elaborazione teorica delle forze che si dicono contro il capitalismo, per il socialismo, per il comunismo?

E’ importante notare, che alcuni gruppi hanno realizzato molti sforzi per mantenere vive le posizioni dei loro riferimenti, e le tradizioni rivoluzionarie che rivendicano. Hanno incrementato politiche di sviluppo dei quadri, studiando i classici, divulgandoli. O applicando questi insegnamenti nell’analisi di situazioni concrete e da queste traendone lezioni.  Tutto ciò evidenzia un grande e valoroso sforzo teorico, politico, e in primo luogo personale, che quindi implica dedizione, tempo, - che generalmente si sottrae dal “tempo libero” – e mezzi economici, - che inoltre provengono da contributi personali -.

Però se in più di questi sforzi noi ci chiediamo, traendo da qualche classico, che abitualmente si può rinvenire in libreria, o in riviste d’opinione, o in giornali, o in mezzi di comunicazione, etc., riferimenti al marxismo e alle sue difese, vediamo che ciò che esiste fu ed è elaborato più che mai in ambiti universitari, rare volte con un collegamento diretto con le lotte operaie e delle loro avanguardie radicali e/o rivoluzionarie. Elaborazioni segnate dall’impronta intellettualistica, accademica, e con poca incidenza nella elaborazione strategica, nel dare risposte ai grandi interrogativi e problemi del movimento comunista internazionalista.

Così incontreremo una divulgazione del “marxismo” che è autentica ed operante promozione di ideologie del capitale e dell’impotenza di fronte a esse, assolutamente screditato nella sua forza rivoluzionaria.        

Inoltre in questa elaborazione teorica avviene una rimozione su cosa studiare, cosa elaborare e a poco a poco perdono di importanza i temi centrali come la rivoluzione, il potere, la transizione dal capitalismo al socialismo e/o al comunismo, l’economia, i rapporti tra strategia e tattica, gli insegnamenti riguardo a tutti questi problemi delle diverse esperienze rivoluzionarie storiche e si passa a dare priorità a temi, importanti certo, che però non possono rimpiazzare i primi: assunti filosofici, speculativi, culturali, metodologici, epistemologici, antropologici, estetici, professionali e molti altri quali richiesti dall’insegnamento accademico nelle diverse discipline (ricordiamo che stiamo sempre parlando di ciò che ha presenza sugli scaffali, nei chioschi e nei differenti mezzi di comunicazione).

Se è dunque importante mettere in evidenza, data la correlazione di forze molto favorevoli al capitale, la difesa della teoria genuinamente comunista, tuttavia essa sopravvisse in gruppi di influenza limitata. La tensione e l’impegno rivoluzionario e proletario generò testi, analisi, critiche ed autocritiche, bilanci delle sconfitte che ora è necessario recuperare, riprendere, sviluppare e che oggi sono praticamente sconosciuti in molti paesi, sia per l’assenza di traduzioni sia per il predominio di politiche di coloro che si consideravano i veri e propri rappresentanti del proletariato, del marxismo rivoluzionario e del comunismo, ma che hanno contribuito a rendere invisibili quegli apporti, che quindi mettevano in discussione le formulazioni riformistiche o celanti, direttamente o indirettamente, il capitalismo di stato, l’appoggio a qualche fazione borghese e alle sue istituzioni.

Negli ultimi anni l’elaborazione teorica di buona parte dei materiali, libri, etc., più diffusi passò dagli ambiti accademici francesi, italiani, etc., a quelli degli Stati Uniti, del Regno Unito e in minor misura della Germania. In America Latina esistono alcune elaborazioni isolate, però senza maggiore diffusione e impatto.

Raro paradosso: buona parte degli insegnamenti, delle difese e delle sistematizzazioni della “verità” marxista, non solo proviene dall’accademia, ma persino da paesi dove non si sono sviluppate lì forze proletarie rivoluzionarie, e dove più forte è l’egemonia della borghesia. Sono stati imperialisti ma con altre caratteristiche. Ed è curioso che quegli sviluppi molte volte sono centrati su questioni metodologiche o su situazioni di altri paesi estranei, mentre nei loro propri paesi si sviluppano lotte, opposizioni, resistenze che vengono nascoste ignorate e schiacciate. E raramente questi teorici partecipano a o teorizzano su queste lotte nei loro paesi.

I precedenti riferimenti all’”accademia” e al fatto che buona parte degli sviluppi attuali provengano da ambiti universitari, non implica automaticamente alcuna squalifica.

Citiamo ciò perché vediamo la necessità di promuovere e generalizzare altre elaborazioni, in altri spazi, non solo geografici, ma “non accademici” o per meglio dire senza l’impronta accademica. E anche da differenti “luoghi”, come si disse già più di cent’anni orsono: da una capanna non si vede la stessa cosa che da un palazzo. Ne si hanno le stesse urgenze. E’ certo che si ha necessità di buona elaborazione teorica, comunista, rivoluzionaria, internazionalista, sia che venga da un posto sia che venga da un altro.

E’ interessante constatare e far risaltare che sebbene esista una elaborazione “da altri luoghi”, tuttavia in paragone con quelle che le precedettero, non otterranno ne la diffusione ne lo “statuto” per essere prese in seria considerazione e raramente si vedranno in forma di libro su uno scaffale, in un periodico di gran tiratura o in un mezzo di comunicazione di massa.

Grazie ai progressi tecnologici, specialmente grazie a Internet, si è avuto un gran salto avanti nell’elaborazione di idee, informazioni, critiche ad aspetti della società capitalista.
Infinità di blog, siti web, forum di discussione, radio via Internet, riviste digitali, bollettini, posta elettronica, appartenenti ad alcune organizzazioni o frutto di sforzi personali e di piccoli gruppi, si pongono manifestamente come una forza potenziale per la controcultura e la controinformazione. Coloro che vedono in ciò solo dell’eclettismo, il poco approfondimento o la scarsa coerenza, i suoi ondeggiamenti o le intermittenze, le sue presenze e assenze – tutto ciò comunque reale -, perdono di vista gli apporti e le potenzialità. Naturalmente ci sono molte illusioni e dispersioni di forze, e i loro contenuti sono molte volte parziali o superficiali, Però è uno spazio da tenere in considerazione.

E di conseguenza, come accade in generale con Internet, questa grande elaborazione di note, notizie, articoli, in una infinità di siti produce saturazione, sovrapposizione e finisce con l’avere molto poco impatto rispetto alle forze coinvolte e i risultati ottenuti.

D’altro canto, proprio le tendenze culturali e consumiste hanno promosso – coscientemente o incoscientemente – nella maggioranza della popolazione, specialmente nei giovani, la resistenza alla lettura di testi lunghi e profondi. Da lì la tendenza a produrre note brevi e orientate a questioni congiunturali, a denunce, a informazioni, a piccoli svolgimenti, a discussioni precise, a temi culturali, poetici, che sarebbero importanti iscritti in una strategia di lotta e accumulazione controculturale, però isolate e senza maggiore prospettiva, lamentevolmente in molti casi solo si sommano alla gran massa di materiali che si possono incontrare – e perdersi – caoticamente in Internet e compiono solo in parte il loro compito in piccole comunità di amici, simpatizzanti e seguaci.

Inoltre in diversi di questi siti, i più politicizzati, si sviluppano discussioni o interscambi di messaggi con gran quantità di leggerezza e aggressività. E inoltre è ogni giorno più crescente la presenza di eserciti di scribi e provocatori, pagati dalle centrali del sistema, che saturano le reti con spazzatura, con ideologia borghese e propaganda apertamente o nascostamente in difesa di certi interessi della classe dominante, spingendo allo stesso tempo la disperazione, l’impotenza o verso strade senza uscita.

In tutti i casi questo panorama ci mostra che ci sono persone, sebbene siano una minoranza, nel generale concerto, preziose, che elaborano idee, che sono creative, che malgrado/nonostante loro lo facciano in condizioni precarie non si rassegnano a essere prede delle mode e della ideologia dominante. Certo che tutto è molto limitato, incluso il proprio lavoro individuale, senza una cornice organica, e riduce le forze. Inoltre l’incoerenza o l’opinione superficiale che coesiste con alcune che non sono tali.

Solo vogliamo segnalare che i nuovi strumenti e mezzi digitali e di comunicazione devono essere tenuti in conto e per scoprire meglio le loro potenzialità e i loro pericoli.
Ciò che davvero, non dobbiamo perdere di vista è che l’elaborazione teorica strategica e ancor di più l’elaborazione politica strategica dipendono da altre variabili: la lotta di classe, il legame e il posizionamento nella stessa, lo conoscenza di precedenti elaborazioni e altro.

propuestainternacionalista@gmail.com          www.propuestainternacionalista.blogspot.com

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